Prima o poi, arriva.
Quel momento di stanchezza, difficoltà, quello in cui tutto va storto e niente sembra andare per il verso giusto, facendo scendere il morale e la motivazione sotto le scarpe.
È proprio in questo punto che di solito – specialmente all’interno della cinematografia – arriva un mentore, una figura riconosciuta e d’ispirazione che in un attimo diventa oratore magico, un incantatore di squadre in grado di risollevare il morale e la fiducia dei compagni portando il gruppo alla vittoria, che sia sul lavoro, nello sport o in battaglia. In poche parole, una figura in grado di utilizzare un tipo di comunicazione efficace.
Un esempio noto di comunicazione efficace potrebbe essere il discorso fatto dal Coach di Football americano Tony D’amato – interpretato da Al Pacino – nel film “Ogni maledetta domenica”, quando negli spogliatoi, davanti ad una squadra disunita, ricorda che “la vita è un gioco di centimetri”, che bisogna lottare per ogni singolo centimetro, “perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta”.
Un discorso che smuove gli animi, entra dentro, proprio come quello fatto dal comandante Aurelio nel film “l’Ultima Legione”, quando dopo aver ritrovato alcuni membri della nona legione e sotto la minaccia dei soldati di Wulfila, incita i suoi uomini a combattere e a difendere la Britannia dalla tirannia e dalle ingiustizie.
La domanda tuttavia sorge spontanea… è possibile che sia sufficiente un discorso ben fatto per risollevare gli animi e stimolare la motivazione dei propri collaboratori/compagni come nei film indicati?
Esistono veramente gli oratori magici?
In questo curioso articolo del Sole 24 ore, vedremo assieme che forse, in realtà, la comunicazione efficace è un punto di partenza e non il punto di arrivo.
