La trasformazione imposta della Generazione Z: come cambiano le strutture e i modelli aziendali per le nuove generazioni

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A seguito della forte digitalizzazione e adozione di nuovi modelli come il lavoro ibrido, il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione profonda destinata a modificare irrimediabilmente le strutture aziendali classiche: questo cambiamento vede al suo centro la Generazione Z, che con il suo ingresso nel mercato del lavoro sta ridefinendo sempre di più priorità e aspettative delle imprese.

Infatti, come evidenziato dal Sole 24 Ore, i giovani professionisti ricercano ambienti di lavoro flessibili e meritocratici, orientati al benessere aziendale e alla formazione continua prediligendo, diversamente dalle generazioni precedenti, ruoli meno stressanti ma più gratificanti rispetto ai tradizionali incarichi manageriali.

Anche a livello operativo, questa generazione si contraddistingue per la sua propensione a operare in aziende con strutture più piatte, dove le gerarchie vengono ridotte in favore di modelli organizzativi più dinamici e interconnessi, in cui la comunicazione: cresciuta in un mondo digitale, la Gen Z è abituata ad un’interazione rapida e fluida e di conseguenza, ricerca ambienti lavorativi che rispecchino questa realtà. Per loro, il lavoro non diventa solo un mezzo di sostentamento, ma un’attività che deve essere in linea con i propri valori e obiettivi personali.

Questo cambiamento però non riguarda solo i più giovani, bensì anche molti manager Millennial che condividono l’esigenza di operare in ambienti meno stressanti e più orientati al benessere personale, in favore di un migliore work-life balance. Si tratta perciò di un cambiamento culturale trasversale che interessa ormai gran parte delle nuove generazioni… un cambiamento cui le aziende dovranno adattarsi per riuscire a trattenere ed attrarre i migliori talenti, investendo specialmente su leadership inclusive e promuovendo modelli meritocratici.

Anche la costruzione di una cultura aziendale basata sull’ascolto e sul coinvolgimento attivo può contribuire ad attrarre la Gen Z: come ha sottolineato Tiziano Bertolotti, CEO di Peoplelink, integrare i valori aziendali nel core business e offrire percorsi di formazione continua è essenziale affinché i dipendenti possano crescere sia a livello personale che professionale. La “cultura del never stop learning” diventa dunque una priorità per le nuove genereazioni, insieme a politiche di upskilling e reskilling.

Come indicato precedentemente, anche la meritocrazia diventa un fattore chiave per attrarre i giovani talenti, sempre più attenti ai temi dell’inclusione ed innovazione sociale che diventano per loro principi irrinunciabili.

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